I Comitati osservano:
Da un esame complessivo si evidenzia che le indagini ambientali
e il monitoraggio biologico effettuati si sono limitati a
metodiche di rilevamento di breve periodo. Invece sono state tralasciate
alcune ricerche di lungo periodo che avrebbero permesso di accertare con
maggiore certezza i livelli di inquinamento. Per esempio non è stata effettuata nessuna ricerca degli inquinanti nel suolo
circostante lo stabilimento
per verificare l’entità delle ricadute nel
tempo. Nessuna ricerca di microinquinanti è stata fatta
inoltre nei sedimenti dell’Aniene, dove vengono
versate le acque reflue, tra l’altro provenienti da un impianto di lavaggio dei
fumi di un postcombustore. Inoltre non è stata fatta nessuna ricerca in merito
all’inquinamento delle falde acquifere
dell’area. Né si è pensato di utilizzare campionatori a basso volume, come i
dicotomi, per determinare i microinquinanti nel materiale particellare sia
delle PM10 che delle PM2,5 che altrimenti sfuggono al
controllo. Le nanoparticelle (PM2,5 e
inferiori) si formano soprattutto in presenza di postcombustore, cioè a
temperature molto elevate, come nel caso dell'inceneritore della Engelhard/BASF. Studi
recenti indicano le nanoparticelle come i principali fattori d’insorgenza dei
tumori dal momento che attraversano facilmente tutte le barriere accumulandosi
all’interno delle cellule (Che cosa sono le nanopatologie? (file.pdf 248 kb). Da qui la necessità di un monitoraggio
biologico che tenga anche conto delle sostanze bioaccumulabili.
Anche prescindendo dalle modalità con le quali sono state condotte le indagini, i risultati descritti nella relazione indicano in modo inequivocabile che alla distanza di 290 metri (centralina n. 4 – via di Salone – CET) e 315 metri (centralina n. 2 – area commerciale Lolli) le ricadute di alcuni inquinanti risultano rilevanti. In particolare nelle conclusioni è riportato “…. le postazioni n. 4 e n. 2, più vicine allo stabilimento, alla distanza di circa 300 m dai camini evidenziano valori di concentrazione di un metallo prezioso come il Palladio (Pd) costantemente superiori alle altre, mediamente di circa 1 ordine di grandezza …. Una configurazione simile si può osservare per i dati relativi alle polveri sedimentabili (deposimetri) relativamente alle postazioni n. 4, n. 2 e n. 1 (postazione n. 1 – 360 m -via di Salone – Laghetto di pesca sportiva). …. Per quanto riguarda le Diossine, si evidenziano valori diversi a seconda delle postazioni con una prevalenza nella postazione n. 4 per la quale si hanno valori di PCDD (policlorodibenzodiossine) +PCDF (policlorodibenzofurani) rilevabili in tutti e due i periodi considerati di 6,32- 23,2 espressi come I-TE pg m2/d espressi come I-TE. Tali dati appaiono superiori a quelli rilevati in altre aree italiane (Tab.1). La postazione n. 4 è la più vicina allo stabilimento (circa 290 metri) ed è situata in quella che appare la zona di maggior ricaduta…..”.
AREE ESAMINATE |
NORD ITALIA |
SUD ITALIA |
Zona rurale remota |
1,3 - 2,7 |
1,2 - 2,2 |
Zona urbana (città) |
1,2 - 4,8 |
- |
Zona urbana (paese) |
- |
1,6 - 1,7 |
Vicinanze area industriale |
1,3 - 5,1 |
1,6 - 2,1 |
Le ricadute al suolo delle emissioni sono influenzate dalle condizioni metereologiche e quindi stagionali. Lo studio ha evidenziato che “…..facendo riferimento ai dati meteo registrati presso la stazione di Ciampino….Le direzioni di velocità del vento mostrano caratteristiche nei quattro periodi stagionali come illustrato nella figura. Il periodo invernale è caratterizzato da venti prevalenti da Nord Nord-est e Sud-est; nel periodo primaverile diminuiscono le frequenze da Nord ed aumentano le frequenze del settore che va da Sud-est a Sud-ovest. Il periodo estivo è abbastanza simile a quello primaverile con un leggero aumento delle frequenze sud-ovest mentre il periodo autunnale tende a quello invernale mostrando valori di frequenza maggiori per venti da Nord Nord-est ed Est Sud-est”
In merito alle indagini ambientali la ASL RMB così
conclude: “Sulla base di questi dati è
convinzione degli scriventi, suffragata dagli esperti dell’Istituto Superiore
di Sanità e dell’ISPELS DIPIA che, data la continuità dell’area industriale con
gli insediamenti civili,, sia opportuno mantenere da parte delle Istituzioni
competenti una sorveglianza ambientale che consenta di tenere sotto controllo
le deposizioni e gli eventuali risollevamenti di polveri, mediante l’utilizzo
di rilevatori deposimetrici. Questo consentirebbe anche di valutare l’effetto
di ricadute sull’area in caso di eventi non previsti per anomalie nella
gestione che possa dar luogo a rilasci di sostanze, che interesserebbero (come
stimato anche dalla stessa azienda) gli ambienti esterni fino ad una distanza
di 300-400 m”.
Nel maggio 2006 l’Istituto Superiore di Sanità (Prot.
05/05/2006 –0022888) su richiesta dell’ASL RMB del 14/06/2004 aveva appurato
tra l’altro, su dati forniti dalla stessa Azienda, che “….Numerose sostanze classificate
per la loro pericolosità, ed in larga parte comprese nell'allegato I al D. Lgs.
334/99, sono detenute ed utilizzate nelle attività condotte all'interno dello
stabilimento. Le sorgenti
di pericolo identificate dallo studio di. sicurezza sono costituite dalle
sostanze pericolose presenti all'interno dello stabilimento, come materie prime
o disperse nei catalizzatori esausti da trattare, che possono essere
complessivamente quantificate in circa 10 t di composti tossici, molto tossici
e cancerogeni, in circa 120 t di liquidi estremamente e facilmente
infiammabili, ed in oltre 60 t di sostanze pericolose per l'ambiente"
Gli estensori dello
studio di sicurezza, redatto in forma definitiva nel Giugno 2005, hanno
pertanto proceduto ad una valutazione di applicabilità del D.Lgs. 334/99 allo
stabilimento, concludendo che,
trattandosi di uno stabilimento per la
produzione, trasformazione e trattamento di sostanze chimiche organiche ed
inorganiche in cui sono presenti sostanze cancerogene e tossiche in quantità
superiore alle soglie per esse indicate nel DPR 175/88, lo stesso rientra nel campo di applicazione
dell'Art. 5 comma 3….. Conseguentemente, il gestore è tenuto a:
a) redigere, e
presentare alle Autorità Regionali ed al Prefetto competenti, una relazione
che, seguendo i principi del DPCM 31/3/89, fornisca informazioni inerenti al
processo produttivo, alle sostanze pericolose presenti, alla valutazione dei
rischi di incidenti rilevante, all'adozione di misure di sicurezza appropriate
ed alle altre tematiche previste dal menzionato art. 5 comma 3;
b) compilare, e
presentare alle Autorità Regionali ed al Prefetto competenti, la scheda di
informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori
riportata all'Allegato V del D .Lgs. 334/99;
c) predisporre il piano
di emergenza interno secondo le specificazioni riportate all'art. 11 del
medesimo Decreto legislativo.
L'entrata in vigore del
D.Lgs. n. 238 del 21 settembre 2005 che modifica il D.Lgs. 334/99, avvenuta nel
corso della valutazione; ha però abrogato il comma 3 dell'art. 5, ponendo
quindi lo stabilimento fuori dal campo di applicazione del D.Lgs. 334/99….”. Pertanto l’intervento delle
Autorità in merito a questo rischio della popolazione è rimandato alla “….applicazione integrale del D.Lgs. 59/2005,
che include la prevenzione degli incidenti e la limitazione delle loro
conseguenze tra i principi dell' autorizzazione integrata ambientale”
Il 16 settembre 2003 il Dipartimento di Epidemiologia della
Regione Lazio, ASL RME, comunicava al SISP della ASL RMB i risultati di una analisi sulla mortalità per causa della
zona di Settecamini – Case Rosse dal 1987 al 2001. La popolazione alla data
del 2001 era pari a 16.076 residenti. Tale analisi evidenziava negli uomini una
mortalità per tumori (Tab. 2) del 30% superiore rispetto all’atteso (6)
Tab 2 - ANALISI DELLA
MORTALITÀ PER CAUSA TRA LA POPOLAZIONE MASCHILE RESIDENTE NELLA ZONA
URBANISTICA DI SETTECAMINI-CASE ROSSE, ANNI 1987-2001 (Elab.)
TUMORI |
n° casi osservati |
n° casi attesi |
n° casi differenza |
variazione % |
Laringe |
2 |
2,06 |
-0,06 |
-3% |
Esofago |
4 |
1,4 |
2,6 |
+186% |
Stomaco |
9 |
7,39 |
1,61 |
+22% |
Trachea-Bronchi-Polmoni |
58 |
36,081 |
21,919 |
+61% |
Linfatico
ematopoietico |
16 |
9,5 |
6,5 |
+68% |
Encefalo |
6 |
2,76 |
3,24 |
+82% |
Non Hodgkin |
9 |
3,13 |
5,87 |
+188% |
Leucemia |
6 |
4,39 |
1,61 |
+37% |
Altri
Tumori |
39 |
41,64 |
-4,64 |
-6,3 |
TUTTI I TUMORI |
149 |
114,66 |
34,34 |
+30% |
In base a questi risultati, ed in particolare all’eccesso di
mortalità per tumori polmonari e linfomi non Hodgkin, il Direttore del
Dipartimento di Epidemiologia suggeriva un approfondimento per valutare la
fattibilità di indagini epidemiologiche di coorte tra i lavoratori della
Engelhard e nell’area interessata
L’approfondimento del Dipartimento di Epidemiologia RME sui casi di linfomi non-Hodgkin svolto in occasione della nuova indagine sulla popolazione (vedi dopo) ha confermato la validità di 8 casi su 9.
Tra le cause di insorgenza dei linfomi non-Hodgkin descritte in letteratura sembra che siano prevalenti quelle ambientali, compresa la residenza in prossimità di impianti industriali e di inceneritori di rifiuti. In questo caso 7 su 8 deceduti per linfoma non-Hodgkin risiedevano entro 1-2 Km dallo stabilimento Engelhard. Tuttavia gli Autori concludono che “Le evidenze di letteratura su una possibile associazione tra residenza in aree industriali ed aumento dell’incidenza di linfomi non-Hodgkin sono ad oggi limitate. I risultati della presente indagine non consentono di evidenziare una relazione di tipo causale tra l’eccesso di queste patologie e gli impianti industriali presenti nell’area di Settecamini-Case Rosse” (Indagini epidemiologiche sulla popolazione - file.pdf 590kb)
I Comitati osservano:
Per quanto risultasse a molti inverosimile che la
maggiore mortalità per tumori abbia interessato solo la popolazione maschile,
si documenta la validità di questo fenomeno con i dati statistici italiani e europei
come indicato dal WHO nelle tabelle seguenti:
I Comitati osservano:
In conclusione, la presente indagine, dopo
l’approfondimento dei casi di linfomi non-Hodgkin, mantiene inalterata la sua
validità con un incremento della
mortalità per tumori negli uomini dal 1987 al 2001 del 29% (invece del 30%)
Su richiesta della ASL RMB (Prot. 1917/SISP del 24/05/03),
il Dipartimento di Epidemiologia ASL RME, oltre ad approfondire l’eccesso di
mortalità per linfomi non Hodgkin visto sopra, ha ritenuto opportuno avviare
una nuova indagine estendendo l’area in
studio alle sezioni di censimento
entro 3 Km dallo stabilimento Engelhard per il periodo 1987-2004 (Tab. 5)
per causa
di morte -Uomini (anni 1987-2004)
CAUSA DI MORTE |
n° casi osservati |
n° casi attesi |
SMR |
variazione % |
Non-Hodgkin |
14 |
9,8 |
1,43 |
+43% |
Tumore dell’Encefalo |
12 |
8,39 |
1,43 |
+43% |
Tumore
allo stomaco |
33 |
23,74 |
1,39 |
+39% |
Tumore della pleura |
3 |
1,29 |
2,32 |
+132% |
Trachea,Bronchi,Polmoni |
141 |
119,5 |
1,18 |
+18% |
I Comitati osservano:
In questa nuova indagine sono stati esclusi dall’analisi i dati relativi al
centro abitato di Setteville di
Guidonia, che conta circa 10.000 abitanti, dista 2.000 metri dallo stabilimento,
ed esiste da 40 anni. Invece sono stati inclusi gli abitanti di alcuni
quartieri posti al limite estremo della distanza dei 3 km e, in aggiunta, edificati in
tempi recenti
I Comitati osservano:
In conclusione questa
scelta metodologica mina alle radici i risultati di questa seconda indagine che non deve quindi essere utilizzata dalla ASL
RMB per definire la mortalità per causa della popolazione residente ma si
deve limitare ad un uso prettamente accademico (vedi anche elaborazioni per
livello socio-economico). Tra l’altro gli stessi Autori pongono dei limiti allo
studio sottolineando “la bassa potenza
statistica legata alla numerosità della popolazione esposta ed ai piccoli
numeri degli eventi considerati e i possibili errori di classificazione che
derivano dall’uso della residenza anagrafica al momento del decesso come
indicatore dell’esposizione. Inoltre, è da tenere presente che la mortalità è
un indicatore poco sensibile a variazioni della morbosità per effetto di
esposizioni recenti: esiste infatti un lungo periodo di latenza tra esposizione
a sostanze cancerogene, comparsa di neoplasie e mortalità per tali condizioni”
La ASL RMB ha condotto uno studio sulla mortalità dei
lavoratori della Engelhard avvalendosi della consulenza dell’Istituto Superiore
di Sanità e del Dipartimento di Epidemiologia della ASL RME. L’analisi di
mortalità è stata condotta su 642 uomini che hanno lavorato presso la Engelhard
dal 1956 al 31/12/93, con lo scopo di garantire una durata minima di follow-up
di 10 anni. I risultati indicano una diminuita mortalità per tutte le cause e
un aumento della mortalità per tumore dell’encefalo, per cirrosi epatica e per ipertensione (Tab.
6). Gli Autori commentano la diminuita mortalità per tutte le cause con il
fenomeno definito “Effetto Lavoratore Sano” che può essere spiegato con
processi selettivi e auto selettivi all’accesso al lavoro che selezionano i
soggetti con un migliore stato di salute.
CAUSA DI MORTE |
n° casi osservati |
n° casi Attesi Regione Lazio |
SMR |
variazione % |
Tumore dell’Encefalo |
4 |
0.8 |
5,24 |
+400% |
Cirrosi Epatica |
7 |
2,5 |
2,74 |
+180% |
Ipertensione |
5 |
2,3 |
2,2 |
+117% |
Gli Autori rinunciano ad interpretare in termini causali gli
incrementi di mortalità per i tumori dell’encefalo e per la cirrosi epatica con
due motivazioni: 1) La mancanza in letteratura di studi di coorte relativi a
insediamenti analoghi; 2) Lo studio non è stato condotto sulla base di definite
ipotesi eziologiche a priori ma solo nell’ambito di un processo di
caratterizzazione di un sito potenzialmente inquinato.
Gli Autori riportano nello studio diverse citazioni di
letteratura con le cause possibili. In particolare per il tumore dell’encefalo
indicano per prima “l’esposizione a
radiazioni ionizzanti è l’unico fattore di rischio accertato per il tumore
dell’encefalo…” seguono molte altre citazioni con numerosi fattori di
rischio potenziali
I Comitati osservano:
L’eccesso di tumori dell’encefalo trova conferma anche
nell’indagine tra la popolazione. Questa evidenza suggerisce ulteriori
approfondimenti anche considerando che sono numerosi i casi di malattia della tiroide
tra la popolazione di Case Rosse, Settecamini e Setteville oltre ai tumori
della tiroide in età giovanile.
I Comitati osservano:
Uno studio di mortalità di una coorte professionale in
un sito industriale ad alto rischio di inquinamento, come nel caso dell’inceneritore,
ha il compito di approfondire tutti gli aspetti investigativi, soprattutto
quando si vuole assegnare ad esso rilevanza ai fini della epidemiologia sulla
popolazione. In particolare per questo studio, richiedono una definizione i 20
soggetti persi al follow-up, considerati vivi (ma è più probabile che siano
morti se non sono stati rintracciati). Inoltre devono essere definiti anche i 5
decessi con causa mancante. Sui piccoli numeri, come gli 85 decessi per tutte le cause e i 20 decessi per tumore, anche
pochi casi in più di morti accertati o di tumore possono essere determinanti soprattutto
se si trattasse di tumori al cervello o di linfomi non Hodgkin, come nel caso in
esame.
Gli Autori, nell’introduzione, attribuiscono a questo studio valenza di “…elemento centrale ai fini della valutazione complessiva per i rischi per la salute presenti in una determinata area”. I Comitati osservano tuttavia che la diminuita mortalità per tutte le cause emersa dallo studio di mortalità tra i lavoratori non esclude a priori eventuali effetti negativi dello stabilimento sulla salute della popolazione circostante certamente meno protetta e più esposta rispetto ad essi per età, sesso e altre patologie. Per questo l’aumentata mortalità per tumori riscontrata tra la popolazione richiede ulteriori approfondimenti anche se, secondo gli Autori, non è stato evidenziato negli studi alcun nesso causale con lo stabilimento della Engelhard.